I musulmani devono ripensare la nozione di conoscenza, partendo da una concezione integrale dell’essere umano e della sua relazione con Dio

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:59:41

Leggi l’introduzione a questo classico: Non è vera scienza se non è aperta a Dio

 

Il mondo islamico ha assorbito dall’Occidente un’idea puramente utilitaristica del sapere, che, privato di ogni rapporto con la trascendenza, punta a trasformare il creato e non a comprenderlo come un segno divino. I musulmani devono rifiutare i presupposti dell’università moderna e ripensare la nozione stessa di conoscenza, partendo da una concezione integrale dell’essere umano e della sua relazione con Dio. Fine dell’educazione è infatti produrre un uomo buono.

  

Nel corso dei secoli, la confusione umana ha generato molte sfide, ma forse nessuna è stata per l’uomo più seria e distruttiva di quella attualmente lanciata dalla civiltà occidentale. Mi azzardo a sostenere che la più grande sfida della nostra epoca, anche se emersa surrettiziamente, sia quella della conoscenza. Non però la conoscenza come opposto dell’ignoranza, ma come è stata concepita e diffusa nel mondo dalla civiltà occidentale; la conoscenza la cui natura è diventata problematica perché, essendo stata erroneamente concepita, ha perso il suo vero obiettivo e ha quindi prodotto il caos nella vita dell’uomo invece della pace e della giustizia; la conoscenza che finge di essere reale, ma produce confusione e scetticismo; che ha elevato il dubbio e la congettura al rango “scientifico” in campo metodologico e che guarda al dubbio come a uno strumento epistemologico supremamente valido nella ricerca della verità; la conoscenza che, per la prima volta nella storia, ha portato il disordine nei Tre Regni della Natura: animale, vegetale e minerale. Mi sembra importante sottolineare che la conoscenza non è neutrale e può essere infatti pervasa da una natura e un contenuto mascherati da conoscenza. In realtà, nel suo insieme, non è vera conoscenza, ma l’interpretazione di quest’ultima attraverso, per così dire, il prisma, la visione del mondo, la visione intellettuale e la percezione psicologica della civiltà che ora gioca un ruolo chiave nella sua formulazione e diffusione. A essere formulata e diffusa è la conoscenza pervasa dal carattere e dalla personalità di quella civiltà, una conoscenza presentata e trasmessa in una veste così sottilmente fusa con il reale che gli altri, inconsapevolmente, la considerano essere in toto la reale conoscenza in sé. Quali sono il carattere e la personalità, l’essenza e lo spirito della civiltà occidentale che ha dunque trasformato sia se stessa che il mondo, portando chiunque accetti la sua interpretazione della conoscenza a uno stato di disordine che conduce sull’orlo del disastro? Con “civiltà occidentale” intendo la civiltà che si è evoluta a partire dall’unione storica tra le culture, le filosofie, i valori e le aspirazioni della Grecia e della Roma antiche, la loro fusione con l’Ebraismo e il Cristianesimo e il loro ulteriore sviluppo e formulazione da parte delle popolazioni latine, germaniche, celtiche e nordiche. Dalla Grecia antica sono derivati gli elementi filosofici e epistemologici, i fondamenti dell’educazione, dell’etica e dell’estetica; da Roma gli elementi del diritto, della politica e del governo; dall’Ebraismo e dal Cristianesimo gli elementi della fede religiosa; dalle popolazioni latine, germaniche, celtiche e nordiche il loro spirito indipendente e nazionale, i valori tradizionali e lo sviluppo e il progresso delle scienze e delle tecnologie naturali e fisiche che essi, insieme ai popoli slavi, hanno portato a tali sommità di potere. Anche l’Islam ha contribuito in modo significativo alla civiltà occidentale nella sfera della conoscenza e nella trasmissione dello spirito razionale e scientifico, ma questi ultimi sono stati ripensati e rimodellati per adattarsi allo stampo della cultura occidentale, così da fondersi e amalgamarsi con tutti gli altri elementi che ne formano il carattere e la personalità. Ma tale fusione ha prodotto il dualismo tipico della visione del mondo e dei valori della civiltà e della cultura occidentale, un dualismo che non può essere risolto in un’unione armoniosa, perché costituito da idee, valori, culture, credenze, filosofie, dogmi, dottrine e teologie in conflitto, che riflettono una totalizzante visione dualistica della realtà e della verità, bloccate in un combattimento disperato. Questo abita in tutti gli aspetti della vita e della filosofia occidentale: speculativo, sociale, politico, culturale – così come pervade, con pari inesorabilità, la religione occidentale.

  L’Occidente formula la sua visione della verità e della realtà non secondo la conoscenza rivelata e la credenza religiosa, ma piuttosto secondo la sua tradizione culturale, che è sostenuta da premesse rigorosamente filosofiche fondate su speculazioni che riguardano principalmente la vita secolare incentrata sull’uomo come entità fisica e animale razionale. L’Occidente attribuisce grande importanza alla capacità razionale dell&rsqcontinua a leggere

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Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Testo di Muhammad Naquib Al-Attas, È la conoscenza che porta alla salvezza, «Oasis», anno XV, n. 29, luglio 2019, pp. 93-103.

 

Riferimento al formato digitale:

Testo di Muhammad Naquib Al-Attas, È la conoscenza che porta alla salvezza, «Oasis» [online], pubblicato il 12 settembre 2019, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/islam-conoscenza-porta-alla-salvezza.

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